Gli italiani sono attenti al tema della sostenibilità, ma non sempre riescono a fare scelte sostenibili quanto vorrebbero . E’ quanto emerge dell’edizione 2024 dell’indagine “Who cares? Who does? Sustainability”, realizzata su un campione di 4.382 famiglie da YouGov, secondo cui sebbene nel nostro Paese sia elevata la soglia di attenzione per il tema della sostenibilità, emergono parecchi ostacoli. Chi vorrebbe essere più virtuoso non sa come fare e molti consumatori (4 su 10) trovano sempre più difficile agire in modo sostenibile a causa della crisi economica.
Entrando nel dettaglio dell’indagine, il 75% degli italiani sono molto attenti al tema della sostenibilità. In particolare il 23% rientra nella categoria degli eco-actives (il 23%), che dimostrano una maggiore sensibilità su tematiche green e cercano allo stesso tempo di acquistare prodotti sostenibili regolarmente. Un ulteriore 52% fa parte del gruppo degli eco-considerers (52%), che si dichiarano genericamente preoccupati per l’ambiente ma meno nella condizione di acquistare regolarmente prodotti green. L’interesse di tre italiani su quattro rappresenta un riscontro senz’altro positivo, soprattutto se rapportato alla media globale (64%), ma i margini di miglioramento sono ancora, se il 37% delle famiglie che si dichiara in difficoltà a tradurre questo impegno in azioni concrete a causa di problemi sociali e economici.
I problemi più sentiti
Al primo posto nel nostro Paese figura il riscaldamento globale – il 20% dei rispondenti lo include tra le tre principali preoccupazioni ambientali – seguito dall’inquinamento dell’aria (11%), che invece non rientra nella top five dei rispondenti nei 33 paesi oggetto della rilevazione.
In Italia la doppia cifra venga raggiunta inoltre da preoccupazioni relative all’acqua – sia lo spreco che l’inquinamento e la carenza si attestano al 10% – dimostrando come la gestione della risorsa idrica rappresenti sempre più un tema di rilevanza crescente.
L’effetto sui consumi
La ricerca di YouGov condotta sul Consumer Panel ha indagato anche come questo scenario si traduce nei rapporti tra i consumatori e le aziende e come impatta sui comportamenti d’acquisto dei beni di largo consumo e sul costumer journey.
In generale due italiani su tre (67%, in aumento rispetto al 62% del 2023) dimostrano sfiducia nei confronti dell’effettivo valore delle azioni a favore della sostenibilità dei marchi, che giudicano interessati esclusivamente ai profitti e impegnati solamente a parole.
Le abitudini di consumo si declinano in modo equilibrato a favore di una sostenibilità sia economica che sociale e ambientale. Gli italiani si indirizzano infatti verso prodotti locali (81%) e di aziende del territorio (79%) mentre un importante rilievo viene attribuito al packaging, in particolare se totalmente riciclabile (75%) o ricavato da materiale riciclato (74%).
Tra le priorità che rimangono non soddisfatte, circa un italiano su quattro sarebbe disposto a premiare con la propria scelta chi dona parte della sua spesa in beneficenza (29%), protegge, promuove la biodiversità (26%), riduce gli sprechi nella supply chain (25%), garantisce certificazioni ufficiali (25%) e fornisce suggerimenti per ridurre gli sprechi sulla confezione o sul sito web (25%).
Viceversa, la maggioranza relativa di consumatori non prende in considerazione per i suoi acquisti alimenti totalmente vegani (44%) o sostitutivi della carne e dei latticini (22%), confermando come abitudini alimentari alternative a quelle tradizionali fatichino a fare breccia.
Gli ostacoli
Oltre la metà dei consumatori (55%) rivela di fare del suo meglio per adottare comportamenti sostenibili. Tuttavia gli ostacoli sono molti: il 50% del totale di coloro che si dichiarano disponibili ad acquisti ancora più virtuosi ammette di non sapere come fare, mentre sono 4 su 10 i consumatori che hanno trovato più difficile rispetto agli anni scorsi agire in modo sostenibile a causa della crisi economica. Il prezzo elevato è la prima barriera (circa il 60%) ma gli Eco-Actives sottolineano anche deficit prestazionali mentre gli Eco-Dismissers (il cluster di chi abbandona comportamenti ecologici) considerano troppo impegnativa la ricerca di soluzioni eco-compatibili.
Per quello che riguarda i canali di vendita, secondo il 29% degli italiani i retailer pare favoriscano poco o per nulla uno stile di vita sostenibile, non a caso gli Eco-Actives sono orientati verso i negozi specializzati.
Questi dati fotografano una situazione critica, ma possono costituire anche un’opportunità futura di miglioramento se i retailer avranno la capacità di proporsi come abilitatori di un cambiamento.